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Pronti, partenza…via!

Sono innumerevoli le tipologie di cacce al tesoro che si possono creare: quelle classiche fatte di bigliettini nascosti che indicano in maniera enigmatica la posizione del biglietto successivo, quelle in cui si devono raccogliere o trovare quanti più oggetti richiesti possibili, quella delle uova di Pasqua, quelle in spazi aperti con l’utilizzo di gps e coordinate, quelle in spazi urbani con rompicapo ed indovinelli che fanno spostare i partecipanti da una parte all’altra della città.

Fin da piccoli questa risulta essere un’attività molto sfidante e stimolante, che coinvolge l’intelletto tanto quanto la parte motoria dei bambini. Ma non solo! Spesso la caccia al tesoro viene scelta come attività di svago anche tra gli adulti, e risulta essere un ottimo tramite anche per degli scopi ben più specifici: la formazione aziendale.

Spieghiamoci meglio. Un gruppo di individui appartenenti ad un’azienda, se messi in una situazione avulsa dalla loro routine lavorativa, avrà la possibilità di confrontarsi e conoscersi sotto differenti punti di vista, altrimenti difficili da far emergere. Questo “contatto” permette di instaurare dinamiche relazionali che portano ad una migliore comunicazione e di conseguenza ad una migliore performance di lavoro di gruppo. Questo tipo di situazione si chiama Team Building: un’attività di tipo giocoso che in base alle dinamiche che scatena, porta alla costruzione di un team più solido e più proattivo: nella situazione specifica così come poi nella quotidianità lavorativa.

La scelta aziendale di intraprendere un team building avviene infatti in relazione alla necessità di far vivere ai dipendenti un’esperienza che possa stimolarli a migliorarsi e ad intessere relazioni più forti. Conoscere i propri colleghi in una situazione priva dello stress lavorativo, infatti, porta ad una rivalutazione degli stessi e alla creazione di rapporti di fiducia più solidi. Un ambiente in cui c’è più fiducia è per ovvie ragioni un ambiente più sano e di conseguenza più produttivo.

La caccia al tesoro negli ultimi anni è diventata uno strumento molto efficace utilizzato nei team building, in quanto comporta l’investimento di competenze complementari da parte dei “giocatori”: l’abilità logica nella risoluzione degli indovinelli, la capacità di orientamento, la leadership, la pianificazione di una strategia di movimento. Ma possono tutte queste essere dinamiche che emergono da un semplice gioco per bambini? Ebbene sì. Come ogni team building professionale, anche la caccia al tesoro può dare dall’esterno (e quindi agli occhi di chi la organizza per una ragione specifica, quella della crescita del gruppo) tutti gli indizi di problemi relazionali in corso, mancanze comunicative, mancanza di cooperazione, che devono essere affrontati e risolti ai fini di un migliore e più produttivo ambiente lavorativo.

Sulla base dell’attività recentemente organizzata dalla Made in Team -agenzia leader nell’organizzazione di team building, incentive, meeting ed eventi aziendali- per una nota azienda operante nel settore del multi-level marketing, andiamo quindi ad analizzare gli aspetti che portano ad una “crescita” del team in un’attività come la caccia al tesoro.

Location

Avventurati tra i vicoli di una città storica o di un piccolo borgo medioevale alla ricerca di monumenti nascosti, piccole iscrizioni antiche da scoprire, locali tipici, scorci mozzafiato, i partecipanti del Team Building Caccia al Tesoro potranno condividere pensieri, opinioni e gusti personali che difficilmente durante le ore passate in un ufficio o addirittura lavorando da remoto diventerebbero argomento di dialogo. Dunque, scoprire un luogo come metafora di conoscenza più approfondita dei colleghi e dei rispettivi interessi.

Suddivisione in gruppi

Dividendo i partecipanti in team composti da elementi che non si conoscono o che solitamente non fanno parte dello stesso dipartimento, si genera un clima meno goliardico che però stimola ognuno a far emergere la propria individualità, e quindi anche caratteristiche spesso sopite dalla presenza del proprio supervisore di riferimento. Molteplici individualità stimolate ad emergere comporteranno una maggiore propensione alla competizione con il fine di far vincere il proprio team e quindi affermare il proprio valore agli occhi dei propri colleghi che invece nel gioco appartengono ad altri gruppi. Dividere quindi i partecipanti in team per stimolare le singole individualità e creare uno o più “competitor” grazie ai quali si cercherà di realizzare una miglior performance.

Poche indicazioni

Fornendo ai team il materiale (indizi, richieste, indovinelli) senza un ordine corretto di ricerca, si crea una difficoltà che necessita di essere risolta. Alcune squadre stabiliranno una strategia di esecuzione prima di cominciare, mentre altre andranno un po’ più alla cieca, scoprendo passo dopo passo le migliorie da intraprendere per essere più performanti. Questo tipo di tecnica permette alle personalità di emergere per imporre più o meno correttamente il proprio punto di vista. Dare quindi lo stimolo a cercare una strategia è un ottimo modo per individuare i fenomeni di leadership e followership.

La caccia al tesoro, perciò, si può benissimo elevare da “attività per bambini” a strumento di crescita per i dipendenti di un’azienda in quanto si tratta di un format divertente e allo stesso tempo ricco di spunti culturali grazie all’utilizzo degli spazi urbani, e le prove da superare diventano veri e propri strumenti per migliorare l’affiatamento del team fuori dall’ufficio.

Redazione
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